LEGNAGO - FC STERILGARDA CASTIGLIONE 4-2

 

Domenica 31 ottobre, stadio comunale “Sandrini” di Legnago (Verona)

Ore 14:30

 

IX giornata di campionato serie D girone B

 

A.C. Legnago Salus – FC Sterilgarda Castiglione 4-2

 

A.C. LEGNAGO Salus:

Ongarato, Zerbato, Vezù, Guardigli, Friggi, Giacomazzi, Casetta (dall’86’ Valente), Acka, Correzzola, Deinite (dal 65’ Zampieri), Trinchieri (dal 71’ Dragovic).

Altri a disposizione: Bersan, Bellini, Carminati, Pauletto.

Allenatore sig. Andrea Orecchia

 

FC STERILGARDA CASTIGLIONE:

Iali, Morandi, Mazzali, Sandrini, Ruffini, Ragnoli, Colosio (dal 46’ Dibelli), Zenocchini (dal 63’ Coccia), Luciani, Pace, Girometta (dal 46’ Bellomi).

Altri a disposizione: Leonardi, Lonighi, Coppola, Manzoni.

Allenatore sig. Giuseppe D’Innocenzi

 

Marcatori: al 6’ Pace su rigore (FC St. Cast.), al 14’ Trinchieri (Legnago), al 26’ e al 57’ Guardigli (Legnago), al 67’ Bellomi (FC St. Cast.), al 94’ Correzzola (Legnago).

 

Arbitro sig. Proietti di Terni, coadiuvato dai sigg. Antonsabetta e Fieri di Terni.

 

Ammoniti: Zerbato e Deinite (Legnago); Morandi e Pace (FC St. Castiglione)

Espulsi: Mazzali al 93’ per fallo di mano da ultimo uomo e l’allenatore sig. Giuseppe D’Innocenzi per proteste al 93’.

 

Angoli: 7 a 4 per l’FC St. Castiglione

Recupero: 3’ (I) e 4’ (II).

Spettatori: 500 ca., con compatta, colorata e rumorosa rappresentanza ospite collocata sulla sinistra della tribuna.

 

NOTE: giornata nuvolosa con pioggia intensa per buona parte del secondo tempo. Campo pesante ma in condizioni accettabili.

 

Il commento di Ernesto Valerio:

“Non può piovere per sempre”: era stato questo il saluto, carico di stimoli, con cui ci eravamo lasciati la scorsa settimana. La trasferta di Legnago, in questa ultima e grigia domenica di un ottobre nero e cupo, doveva squarciare il cielo ed aprire all’undici rossoblu una pennellata di serenità: come sette giorni fa al Lusetti, la squadra era partita più che bene: pressing alto, bel gioco sugli esterni, rigore procurato e vantaggio castiglionese con gol di Pace.

Il “delitto” perfetto in soli dieci minuti.

Poi, ancora una volta, i lampi negativi, le nuvole che si assemblano e la pioggia. Ancora lei, come metafora ed accompagnamento meteorologico della sconfitta. La rimonta avversaria, nonostante le parate del sempre più sicuro Iali che respinge, nel mentre, anche un rigore ben calciato da Guardigli, sull’1 a 1; il 3 a 1 ad inizio ripresa, a spezzare la schiena; la palla che, pur condotta pericolosamente a ballare per minuti e minuti negli ultimi venticinque metri avversari, non sente ragione di entrare in rete. Il 3 a 2 di Bellomi che riapre ogni pensiero ed alimenta la lotta; l’assalto all’argine veronese, le occasioni da gol e l’urlo strozzato in gola sul tiro a botta sicura di Luciani, finito alto. Poi, come ogni commedia teatrale che si rispetti, arriva anche la beffa finale: il rigore contro al 93’, l’espulsione no-sense di Mazzali - immolatosi a salvare con tutto il corpo l’assalto di Valente - e quella di mister D’Innocenzi, reo di aver palesato alla terna la realtà dei fatti appena trascorsi: la disparità di trattamento arbitrale, pur nella buona fede, non vuole essere né una scusante né un appiglio, ma la precarietà di risultati riesce in questo modo a sensibilizzare più di un retropassaggio sbagliato o un pallone controllato male.

 

Non doveva piovere, ma è accaduto di nuovo: e sul bagnato, questa volta.

Il campo, l’erba, il rettangolo di gioco, si sono trasformati in una trincea di fango. Sarebbe troppo facile attaccarsi anche oggi, come settimana scorsa, all’impossibilità che la pioggia cada per sempre. Per cui, prendiamoci addosso quest’acqua che viene giù e, senza sperare che il cielo smetta da solo di essere grigio, apriamo noi stessi le nubi a mani nude: “il pregio della vittoria si considera dalle difficoltà”; e da queste si esce da soli, con le proprie forze, senza guardare al cielo ma restando legati alla terra, lottando.

 

E come il coro che si alza dai gradoni di cemento dello stadio, ovunque e comunque: non mollare mai, Castiglione!