STERILGARDA CASTIGLIONE - INSUBRIA 2 - 2

Stadio Lusetti di Castiglione delle Stiviere

 

Recupero della XVII giornata

Lega Nazionale Dilettanti girone B

 

Giovedì 30 dicembre 2010

Ore 14.30

 


FC STERILGARDA CASTIGLIONE – INSUBRIA 2-2

 

Sterilgarda Castiglione:

Iali, Morandi, Ruffini, Sandrini, Ferretti, Ragnoli, Manzoni, Arioli (dal 65’ Ligarotti), Girometta, Pace, Mazzali.

Altri a disposizione: Leonardi, Anesa, Perrone, Dibelli, Alji, Colosio.

Allenatore sig. Roberto Crotti

 

Insubria:

Azzolina, Brizzolara, Termine (dal 56’ Ferrè), Calabrò, Tignonsini, Lombardi, Dugo, Curioni, Corno, Scavo, Sandrin.

Altri a disposizione: Bianchi, Dell’Aera, De Spa, Lucchese, Guastalla, Di Napoli.

Allenatore sig. Corrado Cotta.

 

Arbitro il sig. Scarpini di Arezzo, coadiuvato dai sigg. Iotti e Scarpa di Reggio Emilia.

 

Marcatori: 46’ Girometta, 49’ Mazzali (AUT.), 50’ Pace, 60’ Lombardi (Insubria).

Ammoniti: Morandi, Pace e Ligarotti (FC ST. Castiglione); Brizzolara, Calabrò, Tignonsini, Dugo e Ferrè (Insubria).

Recupero 2’ (I) e 4’ (II).

Angoli: 5 a 3 per il Castiglione

Spettatori 350ca.

NOTE: campo molle ma in condizioni più che accettabili. Osservato un minuto di silenzio ad inizio gara per la morte dell’ex commissario tecnico della nazionale Italiana campione del Mondo, Enzo Bearzot.

 

Il commento di ERNESTO VALERIO:

 

Chi legge le pagine, seppur virtuali, di questo spazio editoriale castiglionese sa bene quanto non sia nostra abitudine parlare dell’arbitraggio, degli episodi dettati dall’esterno, di un cattivo risultato condizionato dall’operato altrui. Come chi frequenta il Lusetti, domenicalmente, non può che levare un plauso al comportamento dei presenti sugli spalti che mai hanno alzato voce (o altro) verso le dubbie decisioni di chi è chiamato a determinare le sorti dell’incontro: e non parliamo dei ventidue in campo.

Lo spettacolo di oggi, da un punto di vista calcistico, è stato davvero impeccabile: un bellissimo match, combattuto e sentito, il cui equilibrio finale e durante i novanta minuti è stato reso possibile dal bel dualismo di muscolo e gioco messo in campo, diversamente, dalle due formazioni. L’Insubria ha giocato bene e ha dimostrato di valere molto di più dei punti che si porta in dote in classifica; il Castiglione ha confermato quanto sta facendo di buono nella gestione Crotti, dove la forza ha trovato lo spazio operativo del risultato positivo. Insomma, un bellissimo pomeriggio calcistico con uno stadio anche numericamente gremito, trattandosi di un turno (di recupero) infrasettimanale.

Eppure, c’è stato qualcosa che non ha funzionato oggi allo stadio, ed il nervosismo a fine gara che traspariva dai dialoghi dei presenti, ne è simbolo e sintesi. Oramai troppo spesso siamo obbligati a fare i conti (verbali) con risultati che potevano, e dovevano, essere diversi e che sono rimasti ancorati ad un pareggio (vedi: Solbiatese ed Alzano) o, ancor peggio, ad una sconfitta (vedi: Olginatese e Legnago) per decisioni che vanno al di là dell’operato dei calciatori: perché chiunque può commettere errori, è cosa lecita e, diciamocelo, anche giusta: una partita perfetta e senza errori, del resto, finirebbe 0 a 0. E nessuno vuole vedere uno spettacolo privo di emozioni. Ma come chiunque è chiamato e vincolato all’errore, così allo stesso tempo non si può continuare nel farlo: il detto popolare, del resto, parla chiaro, bollando come diabolico il perseverare. Ed ecco che, conti alla mano, lo Sterilgarda fa il giro di boa del girone con ventidue punti incamerati ed almeno sei/sette lasciati per strada, sotto i colpi di “mano” e di “fischietto”. Un esempio su tutti, per far capire il peso che una mano (letteralmente) può dare ad un match e, nella summa di un’annata, ad una stagione: Legnago, contropiede veronese; attaccante avversario che, portiere a terra, tira verso la porta sguarnita: Mazzali, su terreno viscido, scivola sulla linea di porta e, sdraiato ed impossibilitato a fare diversamente, tocca anche con il braccio: rigore ed espulsione. Oggi pomeriggio, cross rossoblu dalla linea di fondo verso l’area piccola, difensore a (ben!) tre metri che, a mo’ di figura plastica, spalanca corpo e braccia colpendo la palla visibilmente con la mano ed impedendo un cross a colpo sicuro: risultato? Calcio d’angolo.

 

Ripetiamo, non è abitudine né volontà dello spazio concessoci recriminare in questi termini, soprattutto perché non si fa questioni di episodi ma si vuole puntare l’occhio per ora, più che il dito, su un atteggiamento generale che porta, giocatori e staff di ambo le parti, a vivere male il match, ad “incattivirlo”, a renderlo nervoso ed irritante per la frustrazione di un continuo e costante maloperato direzionale: si dice che sia l’acqua cheta (e non il maremoto) a distruggere i ponti. Traducendo: pagare lo scotto della categoria superiore sì, subire passivamente no.

 

Forza Castiglione, buona fine e buon principio a tutti i tifosi, appuntamento alla vigilia dell’Epifania per la prima di ritorno contro il Trento.